Villains
LTD
#1
HAIL
TO THE VILLAIN
1- Shades, l’assassino
Trenton, New Jersey. Le sei di mattina. Christina Hollis passa rapidamente oltre il cordone della polizia, mostrando con noncuranza il suo distintivo FBSA.
Non ha mai visto degli agenti così ansiosi di lasciare il caso a qualcun altro.
Il sergente non la saluta neanche. E’ troppo occupato a resistere all’impulso di dare di stomaco. Christina potrebbe insistere per vedere prima i superstiti, ma preferisce cominciare dal peggio. Ed entra nel capannone.
Quarantadue uomini di corporatura robusta sono accasciati a terra, morti. Le pareti sono crivellate di proiettili, ma nessuno dei morti ha versato una sola goccia di sangue. Con una sola eccezione, illuminata dalla torcia del sergente: la… cosa, impossibile da identificare come essere vivente, più una massa di carne che un cadavere.
-I nostri scienziati dovrebbero risalire facilmente alla causa della morte – dice per tranquillizzare il sergente, che sorride per la prima volta da quando ha ricevuto la prima chiamata del giorno.
-Con tutto il rispetto, Agente Hollis, ho il sospetto che siano stati i 15 caricatori per fucili a pompa che gli abbiamo trovato addosso. Gli altri sono morti per strangolamento, immagino.
-Forse non è il caso di essere così precipitosi, sergente – risponde lei, per metà scherzosamente e per metà ricordandosi in che mondo vive. –Ma una cosa è certa, qualcuno ce l’aveva veramente con lui. Sa chi era ?
-“Ranennyj” Rezkowitz, uno dei più influenti padrini della mafia russa sull’East Coast. Girava voce che il Maggia ce l’avesse con lui…
-Sergente, le ricordo che questo caso è sotto la giurisdizione del Federal Bureau of Superhuman Affairs. Prima di dirmi anche chi è stato il colpevole, rifletta su quanto le interesserebbe dirigere il traffico.
-Come vuole, signora – risponde il sergente, ringraziando il cielo di aver trovato un lato ironico nella faccenda – ma se fossi in lei non trascurerei un piccolo indizio che il colpevole potrebbe aver lasciato…
La torcia del sergente illumina uno dei muri del capannone, su cui sono state scritte con uno spray indelebile solo tre lettere: L T D.
-…la firma.
Trenton, New Jersey. Le cinque di mattina dello stesso giorno.
-<Secondo me lo fanno fuori.> - dice sottovoce, in russo, una delle guardie del corpo. Uno dei suoi colleghi prende una sigaretta e si guarda intorno, per essere sicuro che nessuno li stia ascoltando.
-<Chi, il capo ?>
-<Sicuro. Ha perso un mucchio di soldi a cercare di reclutare super-umani, e non gli va troppo bene con gli italiani e i cinesi. Hai visto la lettera che gli è arrivata ieri?>
-<Quale, quella della Villains LTD ?>
-<Già. “Solo due regole: fare soldi e non farsi beccare. Dai cinquantamila dollari in su”. Non c’era scritto altro…>
-<Io non ci credo. Ho lavorato per anni a New York e credimi, certa gente non è proprio capace di ammazzare come si deve.>
-<Devi proprio accenderla ? Fumare fa male alla salute.>
Il russo accende la sigaretta, illuminando l’uomo che gli sta alle spalle. Un secondo dopo, l’accendino si spegne ed un uomo vestito di nero scavalca i due cadaveri.
-Anche dire stronzate.
Il nuovo arrivato si sistema gli occhiali da sole ed entra nel magazzino. Quaranta sicure scattano al suo primo passo, ma l’uomo con gli occhiali da sole continua a camminare tranquillamente, con le mani nelle tasche del suo impermeabile nero. Esordisce in un russo con un leggero accento tedesco:
-<Buonasera, Ranennyj. La cattiva notizia è che sei morto. Quella buona è che ti ammazzerò con stile.>
Il padrino russo impallidisce, e si ripara le orecchie dal frastuono causato da quaranta mitragliatrici automatiche in azione.
L’uomo in nero cammina tranquillamente verso di lui, mentre i proiettili gli passano attraverso. Allarga l’impermeabile e ne estrae un fucile a pompa, facendo esplodere la testa di Ranennyj al primo colpo.
Le guardie del corpo non si fermano finché non hanno finito i proiettili, e l’assassino fa lo stesso. Quando Ranennyj è ridotto ad una pozza di sangue, si volta verso gli altri. Ad un cenno le ombre delle guardie del corpo prendono vita e diventano solide quanto basta per strangolarle. Una volta rimasto solo e rimesso il fucile nell’impermeabile, Shades lancia un cilindro lungo cinque centimetri ad una delle sue ombre, che lo prende al volo.
Premuto un tasto nascosto, il cilindro emette una vernice indelebile. E l’ombra scrive tre lettere sul muro: L T D.
2- Switch, il ladro
Washington, D.C. Le sette di mattina. Craig Davenport abbassa leggermente il cappello per ripararsi gli occhi dal sole del mattino.
-Credo che avessero un complice – dice guardando i venti uomini impegnati a studiare una superficie di marmo bianco.
-Impossibile – risponde il Generale a tre stelle al suo fianco, con tono convinto.
-Generale, quella stanza si trova oltre trentacinque dei sistemi di sicurezza più avanzati al mondo, ed ognuno viene regolato in modo casuale ogni tre ore.
-Solo cinque persone al mondo conoscono i codici di ingresso, Agente Davenport, e dubito che abbiano reclutato il Colonnello Fury o il Ministro della Difesa.
-Mi sta dicendo che è opera di un uomo solo ? Questa scusa non funziona più dal ‘63, Generale…
-Quei files non sono mai ufficialmente esistiti, Agente, quindi non abbiamo bisogno di scuse.
-Quattro agenzie governative al lavoro su qualcosa che non esiste ? E’ perfetto, nessuno farò fatica a crederci.
-Non ho tempo per il suo sarcasmo, Agente; faccia tutte le indagini che l’FBSA le ha commissionato e lasci fare ai professionisti.
Il Generale si allontana a passi rapidi, e Davenport si ferma ancora un po’ a guardare la scritta “LTD” che venti ingenieri superpagati non riescono a cancellare dal Monumento di Washington.
-In effetti comincio a dubitare se i professionisti non siano loro.
Washington, DC. Le tre di notte. Decine di metri sottoterra. Il soldato inizia a sudare freddo, al pensiero di essere arrivato al momento cruciale.
I suoi superiori non ci sono. Uno si è rotto una gamba in un incidente d’auto, un altro è stato trasferito in piena notte, e nell’ultima ora non ha fatto altro che sentire le bestemmie del sergente provenire dal bagno. Risultato: per tre minuti consecutivi, la custodia di alcuni dei documenti più Top Secret degli Stati Uniti viene affidata ad un soldato semplice.
Che ieri sera ha ricevuto una lettera. E che ora sta pensando che, effettivamente, se qualcuno può gestire a piacere l’assegnazione dei turni di un distaccamento dello SHIELD, può anche far succedere qualcosa di brutto alla sua sorellina dal passato poco pulito. E pensa anche che sarebbe benissimo in grado di passargli tremila dollari senza far sapere niente a nessuno…solo per premere un pulsante mentre nessuno lo guarda.
E il soldato fa quello che è stato pianificato dall’autore della lettera: per i dieci secondi più lunghi della sua vita…spegne la luce.
Al buio, i raggi laser passano attraverso piccoli dischi neri e scompaiono, per ricomparire attraverso altri piccoli dischi ad una quindicina di centimetri di distanza.
Come risultato, i raggi non vengono interrotti e non fanno scattare l’allarme.
I sensori di movimento si azionano, ma restano muti una volta inghiottiti da piccoli dischi neri che li fanno ricomparire in una cassetta di sicurezza a tre chilometri di distanza. Gli inibitori del teletrasporto restano in silenzio quando appare un portale più grande.
Una mano guantata di nero si avvicina al computer, inserendo una piccola chiave elettronica in una apposita fessura del computer ultraprotetto dello SHIELD.
Un secondo dopo, la mano si ritrae all’interno del portale di teletrasporto. I sensori tornano indisturbati a fare il loro lavoro.
Tre secondi dopo, il soldato riaccende la luce. Il soldato è già pronto a dire di aver premuto il pulsante solo per errore, ma nessuno si accorgerà di quei secondi di buio.
Alle sei di mattina, un agente SHIELD si accorgerà che la memoria del computer è stata cancellata. Sei mesi di indagini sulle attività dell’Hydra, codificate e fatte passare sotto silenzio per timore di infiltrati nella rete spionistica nazionale…sparite.
Alle sette di mattina, il soldato si troverà una dose letale di stricnina nel caffè.
3- Pathfinder, il segugio
San Francisco, le dieci di mattina. Dennis Cowley spegne la ventesima sigaretta della giornata, fissando scoraggiato la macchina del caffè, già svuotata.
-Chiudere sei uomini nervosi in una stanza senza una scorta di caffè, ecco un vero crimine.
Nessuno degli altri presenti gli sorride, ovviamente. Quattro di loro sono agenti SHIELD, l’altro un testimone sotto protezione con le unghie mangiucchiate che continua a ripetere la stessa cosa:
-Sono morto. Sono decisamente morto.
-Sì, in effetti sto pensando seriamente di ucciderla se non la pianta, signor Cobblepot. Per la milionesima volta…quanto tempo è passato da quando ha firmato quell’accordo ?
-Un mese…
-E non ha mai incontrato di persona nessuno… le è stato recapitato il contratto, lo ha firmato e lasciato in un luogo convenuto. E’ esatto ?
-Sì, è esatto. Sono morto…
-Oh, andiamo !!! Lei non ha visto né fatto nulla, e tutto ciò che ha fatto è stato consegnarci questi documenti – sottolinea l’Agente Cowley dando un pugno allo scarno fascicolo – che sono forse l’unica prova esistente della più grande truffa fiscale dai tempi dell’ascesa di Kingpin. L’abbiamo prelevata e portata dall’altra parte del Paese, al quindicesimo piano di un palazzo scelto solo all’ultimo minuto. Questi quattro armati ambulanti sono agenti SHIELD superaddestrati al combattimento, ed ho sprecato un’ora buona a installare dispositivi di sicurezza. Non può dare di matto solo perché la sua scorta è in ritardo di dieci minuti !!!
-Forse lei ha ragione… ma questa è gente che non tralascia i dettagli, mi creda.
-Ho sentito un rumore – si allarma uno degli agenti SHIELD, estraendo la pistola ed avvicinandosi alla finestra della stanza.
-Visto ? Sono loro !!!
-Non sia stupido, ci sono altri tre agenti stanziati al piano terra. Cosa crede, che si arrampichino per quindici piani in pieno giorno e sotto totale sorveglianza !? Mi ascolti bene, signor Cobblepot… nessuno sa dove ci troviamo in questo momento !!!
Immediatamente, qualcosa sfonda la finestra.
Lo stesso calcio che ha fatto esplodere il vetro fa schizzare verso l’alto la pistola, quasi conficcandola nel soffitto. L’agente non si fa distrarre dalla cosa, preparandosi ad affrontare la donna che si è appena appoggiata delicatamente su ciò che rimane della finestra.
Prima che possa succedere qualunque altra cosa, l’agente si ritrova uno scarpone militare grigio sulla faccia. Cento chili di muscoli e addestramento vengono scagliati dall’altra parte della stanza come una bambola di pezza, dopo un unico calcio da una posizione di equilibrio precario.
La donna non lascia che i capelli, lunghi fino alle spalle, si spostino dal suo viso. Salta immediatamente verso le due guardie che le stanno puntando addosso le loro armi, girandosi sulla schiena quando è dietro di loro.
Gli agenti sono abbastanza svelti da fare in tempo a voltarsi, ma non ad evitare che la donna li calci in faccia mentre esegue un salto mortale sul posto, ai limiti dell’anatomicamente possibile.
L’ultimo agente, leggermente più scaltro, ha dato la priorità al fascicolo e vi si è avvicinato il più possibile. Senza riprendere fiato, la donna è già in posizione per colpirlo con un calcio. Ma l’agente, dall’alto di anni di addestramento in varie tecniche di lotta, riesce a bloccarle il piede nella stretta più forte di cui è capace.
La donna sorride.
Senza muovere nessun altro muscolo, completa semplicemente il movimento bloccato dall’agente…senza trattenere la propria forza. L’agente colpisce il muro più vicino prima di averla potuta guardare in faccia.
L’Agente Cowley le spara, ma la donna sembra conoscere i suoi movimenti con largo anticipo e nello stesso istante si china a raccogliere il fascicolo. Fatto questo, esegue un giro completo su se stessa calciando la pistola, che sfonda la porta d’entrata.
Dando sempre le spalle agli unici due presenti senza ossa rotte, corre e salta direttamente fuori dalla finestra. Cowley la insegue, sporgendosi dai vetri rotti per poterla vedere…senza successo. Dietro di lui, Cobblepot esulta:
-Sono ancora vivo ! Sono ancora vi- Ehi, cos’è quella scritta ? “L”…”T”…
Cowley conosce bene i due suoni che seguono: il colpo di una pistola con silenziatore, ed un corpo grasso che cade a terra. Morto.
L’Agente FBSA si volta lentamente, sospirando. Cosa non darebbe per una tazza di caffè, oggi…
4- Insomnia, il cecchino
New Orleans, le tre di notte. Una donna sui trent’anni con una giacca di pelle verde scuro entra nella hall, con una ventiquattr’ore sottobraccio. Cammina rapidamente, trattenendo a stento una risatina.
Entra nell’ascensore, scegliendo il piano più alto del palazzo. Per tutto il tempo non fa altro che picchiettare nervosamente sulla valigetta.
Quando è arrivata, cammina ancora più rapidamente verso il bagno più vicino. Chiusa la porta a chiave, appoggia la valigia a terra e ne estrae il contenuto.
Con un’abilità manuale che ha dell’incredibile assembla ad uno ad uno i pezzi di metallo nero.
Calcio, otturatore, grilletto, canna, mirino e cartucce combaciano in meno di trenta secondi, ma lei non ne può più dell’attesa.
Aperta leggermente la finestra, punta il fucile e stringe gli occhi in assoluta concentrazione.
Nello stesso istante, a milletrecento metri di distanza, dozzine di spacciatori si danno alla fuga davanti al piccolo esercito di auto della polizia.
Un uomo scende dalla macchina mostrando un distintivo dell’FBI.
Giusto per stare tranquilla, la donna legge il nome dell’agente sul distintivo. E’ quello giusto.
Preme il grilletto, ed il fucile emette solo un rumore secco. La donna appoggia delicatamente il prezioso strumento a terra, prima di sbirciare di nuovo:
-Centro !!!
Non smonta il fucile nel modo corretto, ha troppa fretta. Scende le scale di corsa, strillando di aver battuto un nuovo record.
Lascia una lettera sul banco della reception prima di andarsene. E’ indirizzata alla nipote del capo della polizia, che sta in questo stesso hotel.
Contiene solo tre informazioni: il nome del bersaglio, il piano da cui è partito il colpo, e la scritta LTD.
La donna esce euforica dall’albergo, per lanciare la valigetta sul sedile posteriore della sua decappottabile e finalmente andare al rave di questa notte.
5- Turbine, il
sequestratore
Washington, DC. Le nove di mattina. Craig Davenport cammina rapidamente tra le strade della capitale, reduce da una notte insonne. Cerca di mantenere la sua voce da veterano esperto, sperando che la sua incertezza non venga trasmessa dal cellulare.
-Non mi interessa se non abbiamo prove, Cowley, me lo sento che Cobblepot può portarci a loro.
-Siamo risaliti a lui per puro miracolo, quello non apre proprio.
-Chissenefrega se quello si caga
addosso dalla paura ! Con quello scherzetto del furto
ho lo SHIELD alle costole, e adesso pare che si voglia
mettere in mezzo anche l’FBI perché un imbecille ha sparato a uno dei loro
lasciando la firma dell’organizzazione. Aspetto solo che mi chiamino
-Cobblepot è già sotto indagine del Fisco.
-C’è una sola organizzazione che non voglia la testa di questi imbecilli !? Ne ho abbastanza di sigle !!!
-Non puoi parlarne col direttore ? Possiamo mettere su un reparto apposta per questa LTD… E’ una cosa troppo in grande per poterla gestire caso per caso, senza uno straccio di organizzazione.
-Sì…sì. Devo solo tenere occupati gli altri cadaveri statali fino a Lunedì. Sarà dura per l’FBI dopo che gli hanno ammazzato un agente, e lo SHIELD non si dimenticherà tanto presto la più grande figura di merda dopo Genosha.
-Okay, Davenport, se qualcuno può farcela sei tu.
-L’importante è non perdere Cobblepot ! Se li becchiamo al primo passo falso, forse possiamo fermare questo disastro prima di essere soffocati dalle scartoffie.
-Se mi vuoi nella squadra, io ci sto.
-Conto di mettergli contro tutto il bureau, Cowley. Tira fuori l’impossibile da quella merda umana e bevi meno caffè, sento il tuo alito dall’altro capo del Paese. Chiudo.
Davenport ripone nella tasca il cellulare e si toglie il cappello per asciugare il sudore sulla fonte. Sente una leggera brezza, che diventa subito un vento abbastanza forte da far volare via il cappello dalle sue mani.
Davenport cerca di raccoglierlo, ma il vento si materializza in un tifone e gli fa perdere l’equilibrio. In ginocchio, alza lo sguardo per vedere dove sia finito il suo cappello….e si trova davanti un uomo muscoloso in armatura metallica verde.
-Quest’affare fa schifo – gli spiega l’uomo in armatura mentre con una piccolissima bomboletta spray scrive qualcosa sul cappello.
-Cazzi miei. Non mi faccio dare consigli di moda da uno che va in giro con un cono metallico sulla testa. Cos’è che vuoi ?
-Sono il sequestratore della Villains LTD, e sono qui per mandare un messaggio.
L’uomo in armatura stringe a pugno la mano che non regge il cappello, e sul polso si attiva una piccola motosega in adamantio secondario.
-Lo so che puoi portarmi in Messico prima che io sbatta le palpebre, ma credi che mi importi qualcosa di cosa volete dirmi ?
-Il messaggio non è per te.
L’istante successivo, la motosega si spegne. Il guanto metallico è ricoperto di sangue, ed il criminale resta fermo qualche attimo per attendere che la testa cada.
L’uomo-ciclone si allontana alla velocità del suono, lasciando dietro di sé solo un cappello insanguinato con la scritta LTD.
…e secondo assassino
6- Marasso, la strage
Washington, DC. Le undici di sera. In una località segreta, più di cinquanta tra agenti FBSA, FBI, CIA e SHIELD stanno dibattendo incessantemente su come unire i loro sforzi per venire a capo dell’unica organizzazione che in un giorno solo li ha ridicolizzati in tutti i modi possibili.
I toni sono accesi, le la tensione alta, i pugni sul tavolo innumerevoli. La discussione si ferma quando l’Agente Hollis lancia un solo urlo di avvertimento.
Nella stanza è apparso un disco nero, sospeso a mezz’aria. Più di cinquanta caricatori vengono svuotati contro di esso, un semplice buco nell’aria.
Nessuno osa dire niente se non per allertare la sicurezza. In pochissimo tempo, tutte le forze di questo meeting segreto sono concentrate davanti al disco.
E dopo quindici secondi di assoluto silenzio, dal buco fuoriesce qualcosa. Si muove più rapido degli spari, più sfuggente di un serpente, più efficiente di qualunque arma. Gli artigli in fibra di policarbonio si macchiano di sangue, la coda placcata in titanio stacca cinque teste in un movimento solo, e le zanne emettono schiuma tossica.
Dennis Cowley osserva il brutale massacro rannicchiato contro il muro, terrorizzato. Il mostro si avvicina a lui dondolando la coda, e con gli artigli ancora gocciolanti di sangue imprime una scritta sulla parete: L T D.
Il mostro rientra nel disco, che si rimpicciolisce fino ad un diametro di una trentina di centimetri. Tremante e shockato, l’Agente Cowley si avvicina.
Dal disco esce una mano che regge una pistola con silenziatore. L’ultima cosa che l’Agente Cowley potrà vedere.
7- DeCeyt, la mente
Mezzanotte. In uno studio ottocentesco, un uomo di mezz’età sorseggia un Earl Grey mentre accarezza distrattamente il teschio sulla sua scrivania.
-Stia tranquillo, il suo scoop sulla più grande organizzazione criminale del prossimo secolo è assicurata. Buona notte.
Il telefono viene agganciato, e su una vecchia tastiera polverosa viene composto un nuovo numero.
-Tobias ? Sono l’Imperatore. Il tuo bersaglio prenderà la metropolitana domattina alle sei e mezza, linea 7. I tuoi cinquecento dollari sono già pronti.
La scena si ripete, con una terza telefonata.
-Sono il Professore. Assicura pure al Gufo che domani pomeriggio avrà i nomi di tutti gli informatori che lo hanno tradito… potrà consegnarmi i due milioni di dollari con tutta calma, siamo tra colleghi in fondo. No, non penso sarà faticoso ottenere quelle informazioni dal giornalista…sarà parecchio indisposto, in mattinata.
Il telefono viene agganciato definitivamente, mentre il Professor Augustus DeCeyt finisce il suo the.
COMINCIA…